Chiusura CENTRO SCOMMESSE in cui il gestore risulta insolvente dell’imposta unica. Legge n. 157/2019. Norma non ancora applicata.Nel portale di ADM, alla voce “VERSAMENTO DELL’IMPOSTA UNICA, di cui al seguente link:
https://www.adm.gov.it/portale/settore- ... osta-unicasi legge:
Nel settore scommesse ADM verifica il corretto versamento dell’imposta unica e ne accerta l’eventuale evasione: il video processo illustra le attività dispiegate da ADM a tal fine.
L’articolo 31, comma 1, del Decreto Legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157, al fine di contrastare la raccolta irregolare o illegale di scommesse, l’evasione, l’elusione fiscale e il riciclaggio, ha previsto – a tutela del giocatore – che ADM possa disporre la chiusura dei punti vendita in cui si effettuano scommesse e concorsi pronostici se il gestore risulti debitore insolvente dell’imposta unica, in base a sentenza, anche non definitiva, la cui esecutività non sia sospesa.
L’Ufficio ADM territorialmente competente formalizza in questi casi l’invito a pagare entro trenta giorni quanto dovuto per effetto della sentenza di condanna nonché l’intimazione a chiudere il punto vendita se, decorso tale periodo, non sia fornita prova dell’avvenuto pagamento. Alla effettiva chiusura del punto vendita provvede poi, se del caso, il competente Comando della Guardia di Finanza.*******
Non è chiaro perchè tale norma non sia stata ancora applicata. Forse per i problemi legati al COVID-19, ma alla luce del fatto che, come evidentiato:
Imposta Unica CTD dal 2016. Nuovo calcolo. Sanzioni del 120% per omesso versamento” del 14 Marzo 2022in cui si legge, tra l’altro:
Si è evidenziato, infatti, che per quanto riguarda gli avvisi di accertamento che ADM ha inviato per il 2016 ai CTD, l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli chiedeva a costoro gli importi delle scommesse e il loro esito per il relativo calcolo dell’imposta unica, rinunciando a tassarli sul triplo della media provinciale dei gestori ADM; e molti bookmakers hanno fornito ai loro gestori questi dati, che conservavano nei loro server. E solo a chi non li produceva, ADM contestava il triplo dell’imposta della media provinciale, come da norme in vigore. Dopo tale accertamento inviava le relative cartelle esattoriali.
Quindi, almeno dopo la sentenza della CJEU, e in ogni caso dopo l’avviso di accertamento per il 2016 da parte di ADM, molti gestori di CTD si chiedono il perché questi bookmakers preferiscono non pagare l’imposta unica che matura, tramite gli appositi modelli F24 accise, come in passato ha fatto la BetN1, e lasciano che ai loro gestori co-obbligati in solido, come da sentenza della Corte Costituzionale arrivino cartelle esattoriali triplicate, che sono costretti a pagare, sebbene in modo rateale?
Sembrerebbe quindi che ADM abbia interpretato la norma del triplo dell’imposta media provinciale dei centri dei concessionari ADM dell’anno precedente, tanto contestata, ma non ancora applicata prima del 2021 per l’accertamento del 2016, solo quando fosse impossibile risalire agli effettivi volumi di gioco di ogni singolo CTD; ma quando possono avere questi dati, hanno disapplicano la norma del triplo, e applicato, a quanto mi dicono solo la sanzione del 120%; e si presume che così sarà anche per il prossimo accertamento del 2017, e così via.
È qualcosa di ancora inspiegabile quello di scegliere di pagare il 120% di sanzioni per omesso versamento, che sta preoccupando, più di prima, i gestori, e soprattutto gli ex gestori dei CTD, a cui stanno nascendo nuovi sospetti, tra cui quello che tali bookmakers non abbiano intenzione di partecipare al prossimo bando retail, chiudendo le loro attività in Italia, ed indurli, di conseguenza, ad iniziare delle class action per il recupero dell’imposta unica, visto gli enormi importi dell’imposta unica pregressa.
In base poi a nuovi colloqui, via WhatsApp con molti potenziali ex gestori e gestori, che potrebbero partecipare alle prime class action, si è evidenziato che questi bookmakers possono fare tutte le scommesse che vogliono, possono usare le strategie che vogliono, ma se tengono all’oscuro nei dettagli le sempre annunciate trattative con ADM, se ne assumono tutte le responsabilità e conseguenze, e devono pagare tutte le rate delle rateizzazioni delle cartelle esattoriali, oltre le spese legali, anche degli ex gestori.
Se non lo fanno e nemmeno si impegnano ufficialmente a farlo, non resterà che aderire, al più presto alle class action per il recupero dell’imposta unica, di cui si sentono “alla tregua di scudi umani in una guerra da loro non scelta e non voluta”.Riteniamo, molto probabile, che se questi boookmakers, pur avendone la possibilità, continueranno a non pagare almeno l’imposta unica corrente, lasciando ai tribunali amministrativi il giudizio su quella pregressa, la chiusura dei CTD sarà da prendere in seria considerazione.
Inoltre, non si vede come tali bookmakers possano pensare di partecipare al prossimo bando retail se non si metteranno in regola con l’imposta unica pregressa e non pagata.
I gestori dei CTD dovrebbero seriamente riflettere su questo.********
Da parte mia, non escluderei che le due cose siano collegate, ovvero che la “non applicazione della norma che prevede la chiusura dei centri scommesse non in regola con i versamenti dell’imposta unica, con sentenza anche non definitiva, la cui esecutività non sia sospesa” non sia stata applicata “se non si fosse prima diversamente interpretata la norma del pagamento dell’imposta unica con i dati effettivi delle scommesse, e non in via induttiva, come è avvenuto per l’anno 2016”.
In difetto, tale norma sarebbe stata più facilmente impugnabile. Oggi, invece, non ci sono più tali rischi.