L'ETICA di un "Paladino della Giustizia" sulla disinformazione
Inviato: 28/04/2022 - 03:37
Da diversi anni, con l’avvento dei social, si assiste a una sempre più invasiva disinformazione che colpisce soprattutto le persone meno competenti in determinate materie.
Nel caso particolare dei gestori di CTD di bookmakers esteri senza concessione, discriminati o meno, si deve distinguere tra disinformazione intenzionale di chi pubblica le notizie, anche nei media, e disinformazione percepita dai gestori.
Non si vuole fare, ovviamente, un processo alle intenzioni, ma evidenziare la disinformazione percepita dai gestori, se le notizie vengono diffuse senza adeguato contraddittorio pubblico, in forma tale che costoro possano travisare le informazioni.
Non è solo una eventualità, ma la constatazione di un grosso problema reale, che si evince tramite un sondaggio su un vasto campione di gestori ed ex gestori di CTD.
Nel 2016, fondando il gruppo di gestori ADM, AtlantisScommesse, nato per contrastare tutte le illegalità e la conseguente concorrenza sleale che subivano i gestori di centri scommesse con diritti di concessione ADM dai CTD senza concessione, o che avevano aderito alle sanatorie, ma ancora non erano collegati alla SOGEI, ho combattuto insieme al mio gruppo queste ingiustizie, ottenendo buoni risultati.
E in questa sezione del forum infobetting, da alcuni utenti venivo chiamato “Il paladino della giustizia”, ricevendo numerose diffide e minacce da esponenti di bookmaker illegali. Diffide e minacce che non ebbero nessun effetto di intimidazione.
In alcuni casi, ricevuta una diffida, sempre extragiudiziale, dissi apertamente a chi la inviava, direttamente o tramite loro legali, che non avrei avuto alcun problema a pubblicare nei social, nel mio blog e nei forum l’intera diffida ricevuta. E mai si arrivò in un tribunale.
Nel caso attuale, il mio operato è in aiuto ai gestori ed ex gestori di CTD su cui pende sulla testa la pesante Spada di Damocle dell’omesso pagamento dell’imposta unica che la sentenza della Corte Costituzionale del 2018, stabilisce che i gestori di CTD sono co-obbligati in solido con i loro bookmakers, su cui poi potranno rivalersi.
Nel caso particolare dei gestori di CTD di bookmakers esteri senza concessione, discriminati o meno, si deve distinguere tra disinformazione intenzionale di chi pubblica le notizie, anche nei media, e disinformazione percepita dai gestori.
Non si vuole fare, ovviamente, un processo alle intenzioni, ma evidenziare la disinformazione percepita dai gestori, se le notizie vengono diffuse senza adeguato contraddittorio pubblico, in forma tale che costoro possano travisare le informazioni.
Non è solo una eventualità, ma la constatazione di un grosso problema reale, che si evince tramite un sondaggio su un vasto campione di gestori ed ex gestori di CTD.
Nel 2016, fondando il gruppo di gestori ADM, AtlantisScommesse, nato per contrastare tutte le illegalità e la conseguente concorrenza sleale che subivano i gestori di centri scommesse con diritti di concessione ADM dai CTD senza concessione, o che avevano aderito alle sanatorie, ma ancora non erano collegati alla SOGEI, ho combattuto insieme al mio gruppo queste ingiustizie, ottenendo buoni risultati.
E in questa sezione del forum infobetting, da alcuni utenti venivo chiamato “Il paladino della giustizia”, ricevendo numerose diffide e minacce da esponenti di bookmaker illegali. Diffide e minacce che non ebbero nessun effetto di intimidazione.
In alcuni casi, ricevuta una diffida, sempre extragiudiziale, dissi apertamente a chi la inviava, direttamente o tramite loro legali, che non avrei avuto alcun problema a pubblicare nei social, nel mio blog e nei forum l’intera diffida ricevuta. E mai si arrivò in un tribunale.
Nel caso attuale, il mio operato è in aiuto ai gestori ed ex gestori di CTD su cui pende sulla testa la pesante Spada di Damocle dell’omesso pagamento dell’imposta unica che la sentenza della Corte Costituzionale del 2018, stabilisce che i gestori di CTD sono co-obbligati in solido con i loro bookmakers, su cui poi potranno rivalersi.