Messaggioda dap » 01/02/2013 - 15:45
Dido Guerrieri, grande allenatore e personaggio della pallacanestro italiana, si è mancato nella notte all'età di 81 anni. Allenatore innovativo, amante e grande conoscitore del mondo americano, dal quale ha saputo introdurre molti concetti nella sua pallacanestro, chi lo ha conosciuto lo ricorda non solo per ciò che ha prodotto sulle panchine della Pallacanestro Milano, di Roma e Torino, ma anche per la sua intelligenza e la cultura fuori dalla norma e il suo stile ironico e dissacrante.
Dido Guerrieri, grinta e simpatia
"UNA MOSCA BIANCA" — Dante Gurioli, suo ex assistente alla Mobilquattro e Xerox Milano e grande amico, che gli è sempre stato accanto anche negli ultimi giorni, lo ricorda come: "Una persona estremamente curiosa, con grande memoria, una mosca bianca in un ambiente dove tutti si scervellavano solo di schemi, partite e avversari. Il basket italiano ha fatto in tempo a tributargli l'onore della nostra Hall of Fame". Un precursore, il Prof. (ex insegnante di ginnastica anche a Milano, al liceo Einstein), uno dei primi della sua epoca ad avere conoscenza diretta di quanto avveniva al di là dell'oceano Atlantico e a parlare di basket americano (e di relativi giocatori) con cognizione di causa, abbracciando (anche qui uno dei primi) l'idea di una vera e propria carriera professionistica come allenatore. "Studiava" gli Stati Uniti anche per conto della federazione, che contando sulla sua capacità relazionale, la conoscenza dell'inglese e la spiccata curiosità, lo mandava lì per capire attraverso i suoi occhi e il suo cervello quel mondo allora così lontano.
"FACEVA GIOCARE DIVINAMENTE" — Continua Gurioli: "Delle sue squadre si ricorda soprattutto una cosa: giocavano divinamente. Magari non erano quelle che alla fine avrebbero vinto, per qualità e talento a disposizione, ma vederle in campo era una delizia. Non solo la sua Milano, ma anche il Berloni Torino, dove giocavano Romeo Sacchetti, Carlo Della Valle (il papà di Amedeo, oggi a Ohio State nella NCAA, ndr) e Scott May. Volendo fare un paragone coi nostri tempi, si può rivedere nel Sassari di Sacchetti, non a caso suo, quella leggerezza, quella capacità di divertirsi e far divertire il pubblico".